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patria città, profittando dell’armistizio, ei vi fece ritorno e vi riprese dimora, ponendosi a dar lezioni private di matematica, nel tempo stesso in cui continuava ad occuparsi di trovare i modi onde restituire all’Italia la sua indipendenza, in compagnia di varî altri giovani generosi che avevano stretti rapporti con Mazzini. Ma egli però non fu di quelli più esaltati che finirono col lasciarsi andare a commettere l’atto generoso, ma inavveduto, della cospirazione di Mantova; chè invece seppe condursi con tanta prudenza, da concedere all’illustre Bordoni di poterlo chiamare a professore supplente nell’Università di Pavia.

Si fu colà che il Brioschi salì d’un tratto al più alto stadio della rinomanza scientifica, colla pubblicazione che egli fece nel 1853 della sua Teoria dei determinanti, lavoro che eccitò la maraviglia e l’ammirazione dei più illustri sapienti d’Europa, nel cui numero ci basterà citare l’Humboldt. Si fu pure a questo suo trattato, che egli dovette di vincere l’avversione mostratagli sempre dal governo austriaco, che non potè a meno, di nominarlo professore ordinario nell’Università predetta. Non appena la capitale Lombarda fu unita al Piemonte, il Brioschi, sotto il reggimento del Vigliani, fu chiamato a far parte di varie commissioni, e fra le altre, di quella chiamata a depurare il personale degli impiegati.

Poco tempo dopo, sentendo dal suo amico Benedetto Cairoli della spedizione che volevansi da Garibaldi fare in Sicilia, il Brioschi col denaro proprio organizzò quel battaglione universitario, che prese parte non piccola all’impresa della redenzione della Trinacria. Il conte di Cavour, apprezzando a dovere i servigî resi alla patria dal Brioschi, lo nominò dapprima a rettore dell’Università di Pavia, quindi lo propose al De-Sanctis qual segretario generale del Ministero della pubblica istruzione.

In questo suo ufficio il Brioschi è rimaso assai tempo, rendendo segnalati servigî alla causa del discentramento in fatto di insegnamento publico. A lui si deve pure l’espulsione dei Barnabiti dal collegio Longoni e l’introduzione degli esami di concorso per