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104 rime (211)


211

 
  Se, vivo al mondo, d’alcun vita fui
che gli è qui terra or la bellezza mia,
mort’è non sol, ma crudel gelosia
c’alcun per me non mora innanzi a lui.


212

 
  Perc’all’altru’ ferir non ave’ pari
col suo bel volto il Braccio che qui serro,
morte vel tolse e fecel, s’io non erro,
perc’a lei ancider toccava i men chiari.


213

 
  Sepulto è qui quel Braccio, che Dio volse
corregger col suo volto la natura;
ma perché perso è ’l ben, c’altri non cura,
lo mostrò al mondo e presto sel ritolse.


214

 
  Era la vita vostra il suo splendore:
di Cecchin Bracci, che qui morto giace.
Chi nol vide nol perde e vive in pace:
la vita perde chi ’l vide e non muore.