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dialogo terzo 87

nervi, ossa, e vene, non sono simili a le nostre; se ha il core non l’ha simile al nostro: cosí di tutte l’altri parti, le quali hanno proporzione a li membri d’altri ed altri, che noi chiamiamo animali, e comunemente son stimati solo animali. Non è tanto buono Prudenzio, e mal medico, che non sappia, che a la gran mole de la terra questi sono insensibilissimi accidenti, li quali a la nostra imbecillità sono tanto sensibili; e credo che intenda, che non altrimenti, che negli animali, quali noi conoscemo per animali, le loro parti sono in continua alterazione e moto, ed hanno un certo flusso e riflusso, dentro accogliendo sempre qualche cosa da l’estrinseco, e mandando fuori qualche cosa da l’intrinseco: onde s’allungano l’unghie, si nutriscono i pili, le lane, ed i capelli, si risaldano le pelli, s’induriscono i cuoii; cosí la terra riceve l’efflusso ed influsso delle parti, per quali molti animali, a noi manifesti per tali, ne fan vedere espressamente la lor vita: come è piú che verisimile, essendo che ogni cosa participa di vita, molti ed innumerabili individui vivono non solamente in noi, ma in tutte le cose composte, e quando veggiamo alcuna cosa, che si dice morire, non doviamo tanto credere quella morire, quanto ch’ella si muta, e cessa quella accidentale composizione e concordia, rimanendone le cose, che quella incorrono, sempre immortali, piú quelle, che son dette spirituali, che quelle dette corporali, e materiali, come altre volte mostraremo. Or per venire al Nolano, quando vide Nundinio tacere, per risentirsi a tempo di quella derisione nundinica, che comparava le posizioni del Nolano a le vere narrazioni di Luciano, espresse un poco di fiele e gli disse, che disputando onestamente non dovea ridersi, e bur-