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Ecco il riassunto de’ miei pensieri. Non solo vi rispondo confidenzialmente che desidero che Sieyes venga in Italia, ma penso ancora, e ciò officialissimamente, che se non daremo a Genova, e alla Repubblica cisalpina una costituzione che loro convenga, la Francia non ne tirerà alcun vantaggio: i di loro Corpi legislativi comprati con l’oro dei forestieri, saranno intieramente alla disposizione della Casa di Austria, e di Roma. Avverrà di esse, in ultima analisi, ciò ch’è avvenuto dell’Olanda. Siccome la presente lettera non contiene oggetti di tattica, nè piani di Campagna, vi prego di serbarla per voi e per Sieyes, e di non farne uso, se lo credete a proposito, se non per tutto ciò che vi ho detto su l’inconveniente delle costituzioni che abbiam date all’Italia. Voi vedrete, cittadino Ministro, in questa lettera la confidenza illimitata che ho in voi, ed una risposta all’ultima vostra. Vi saluto.




Passeriano, 5 vendemmiale anno 6 (26 Settembre 1797)


CXVI - Al Ministro delle relazioni estere.


Ho ricevuto, cittadino Ministro, la vostra lettera del 30 fruttidoro. Io non posso tirare alcuna risorsa da Genova, e nemmeno dalla Repubblica cisalpina. Tutto ciò ch’esse potran fare è di mantenersi padrone in casa loro: questi popoli non sono guerrieri, e vi bisognano alcuni anni di buon governo per cambiare le loro inclinazioni. L’armata del Reno sì trova lontanissima da Vienna, mentre io ne sono vicinissimo. Tutte le forze della Casa d’Austria son contro di me. Si ha grandissimo torto di non ispedirmi 10 a 12,000 uomini. Da questa sola parte si può far tremare la Casa d’Austria. Ma poichè il governo non mi spedisce rinforzi, bisogna almeno, che le armate del Reno comincino le loro operazioni quindici giorni prima di noi per poterci trovare presso a poco allo stesso tempo nel cuore della Germania. Subito che io avrò battuto il nemico, è indispensabile