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i più ferventi, i più forti, i più efficaci fattori dell'avvenire economico della Patria nostra.

Tutte queste forze, tutte queste energie che si manifestano nella guerra continueranno a svolgersi nel nostro Paese per il risorgimento economico che esso attende. E in questi giorni di attesa, dite a tutte le famiglie dei lavoratori, che si trovano oggi in disagio, che i sacrifici che compiono sono sacrifici che la patria non dimenticherà. Raccomandate alle campagne e alle città, ove occorra, che si estenda più e più che mai il lavoro delle donne. Vi sono provincie dell’Italia dove le difficoltà del lavoro agricolo mercè il lavoro delle donne sono superate. In Francia per il lavoro dei campi, per la industria, per la fabbricazione delle munizioni il lavoro delle donne dà ottimi risultati.

E dopo ciò, vi ringrazio della vostra accoglienza e della vostra dolce insidia. Continuate nella vostra opera benefica e il Paese ve ne sarà grato.

L’amico Rossi mi ha portato il saluto di Torino, che ricambio di cuore, per quanto dovrei forse restituirlo al Municipio. Ma non sono venuto a Torino come Presidente del Consiglio, e l’unico invito che ho accettato è stato quello vostro, perchè mi parve un invito che usciva da ogni forma ufficiale e perchè mi procurava il piacere di stringere la mano a chi contribuisce così validamente a tener desta la fede nei destini della nostra Patria.

E poiché l’amico Rossi ha voluto farmi un lusinghiero augurio, vi prometto che, se nel giorno della vittoria io sarò ancor vivo, il primo invito che accetterò sarà il vostro.