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e tu’l rimiri, e taci?
il rimiri, e non ardi? Ah ch’io non posso
frenar più l’ardor mio!
Amin.Ferma, a che movi?
Niso.È forza;
vo’ parlar a costei,
vo’dirle almen ch’io moro.
Amin.Parlarle? e non paventi
10 sdegno di quel cor? non ti rimembra
il divieto crudele?
non tei disse Nerea? Or, se tu l’ami,
ah non l’inacerbire!
Celia.(Ma da si dolce vista,
oimè, nuovo veleno
vo con gli occhi suggendo, ed egli forse
la mia morte ritarda.)
Niso.E si morrٍ tacendo?
morrٍ senza trar fiato? Ah non fia vero!
Udranno, udranno almeno
il mio dolor le piante,
che men di Celia fien sorde le piante,
le piante a cui non niega
questa crudel ch’io parli.
Celia.(Morte, che fai? non osi
di chiuder queste luci,
ch’or tiene aperte Amore?
Ma pur convien ch’i’ mora,
e se tardano gli occhi, il cor s’affretta.)
Pastori, o voi ven gite, o in altra parte
ecco forz’è ch’i’fugga.
Niso.Ahi fierissima!
Amin.Taci,
taci, Niso. Non vedi,
che già col piede in aria
la sua fuga minaccia?
Lasciamla in pace; e noi