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ATTO TERZO
torniamo al giuoco usato,
e con l’aura amorosa
gareggiam sospirando.)
Niso.Or va’: che temi?
Ner.Costei fa de la saggia: a mille prove
la conobbi, i’ ricordo.
Clori.(Ma dove, ahi lassa, dove,
o perduti sospiri,
dove n’andrete voi per l’aria erranti,
se non sapete ove trovar quel core,
a cui vi manda Amor di rea novella
smarriti messaggieri ?)
Niso.Deh vanne, vanne, e tenta,
che, quando e’ fosse ancora
disperato rimedio,
ad ogni modo i’ moro.
Clori.(Ah non fia mai quel di che ? mio bel sole
sol una volta ancora
riveggia, anzi ch’i’mora?
Un guardo solo i’ cheggio:
morirٍ poscia, e lieta
pagherٍ, se fia d’uopo,
con la morte uno sguardo; ei ben il vale.)
Niso.Deh...
Ner.Taci; i’ vado.
Clori.Oh cielo!
Ner.Pietoso adempia il cielo...
Clori.(Oimè!)
Ner.Il tuo desio, Clori gentile.
Clori.La tua voce improvisa
quasi mi fé’ paura.
Ner.Ma tu pietosa ancora
l’altrui desire adempí.
Chi vuoi pietà dal cielo, usi pietade.
Clori.(Che debb’io dir? M’ha’ntesa.)
Per me, vedi, Nerea,