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Niso.Ah cosi morte avesse
rannodata la lingua,
cui male allor per me disciolse Amore!
Allor fu che, da me ratto fuggendo,
mai più non la rividi.
Ner.Né le destu giammai
altro segno amoroso?
qualche dono gentile?
Niso.Dono? Guardimi il cielo.
Tentar Celia co’ doni?
trattar ninfa gentil da donna avara?
io crederei co’ doni
rendermi un cor ben nato
nemico anzi ch’amante.
Ner.Mal credi, se ? pur credi.
Placan i doni il ciel, placan lo ’nferno,
e pur non son le donne
men avare che ? cielo,
più crude che lo ’nferno.
il don, credimi, il dono
gran ministro è d’Amore, anzi tiranno:
egli è, ch’a suo volere impetra e spetra.
Non sai tu ciٍ ch’Elpino,
il saggio Elpin dicea?
che fin colà ne la primiera etade,
quand’anco semplicetti
non sapean favellare
che d’un linguaggio sol la lingua e ? core,
allor l’amate donne altra canzona
non s’udivan cantar che dona, dona:
quindi Venne addoppiando
(perché non basta un don), donna fu detta:
e se c’è chi tapino
brama di gir limosinando amori,
non dica già che sia
da donna avara il desiare i doni,