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Oron.Ne temo. Udite. Arriva
de l’armi predatrici il suono in corte.
Il re sol tanto avea di senso e vita,
che bastٍ per udirlo. Ode l’ingiuria,
s’adira, e l’ira, il freddo sangue acceso,
arresta entro del cor l’alma fugace,
perch’ella sia del suo furor ministra.
Ma M nemico fellon, com’ebbe udito
che pur vivea colui,
la cui oreduta morte
fatto l’aveva ardito,
cosi fu vَlto in fuga, e per temprare
l’ira del re, e per fuggir più scarco,
ne rimandٍ in Bisanto
le spoglie co’ prigioni.
Orm.E i nostri figli?
Oron.Questi solo mancar, mancar sol questi,
che solo il re chiedeva; onde più fero
guerra immortale al re di Smirna indice,
se non gli rende intatti
non so s’io deggia dire i servi o i figli.
Quegli niega d’averli,
questi creder noi vuole,
perché vuole i fanciulli o la vendetta.
Allor si venne a l’armi.
Si venne allora a l’armi,
per cui distrutto giace
il paese di Smirna.
Onde non è ch’io speri
di riveder mai più que’ figli altrove,
ch’andammo invan cercando
fin sotto a le rovine
di quel cadente regno.
Orm.Oh miseri figliuoli!
Sir.Oh più miseri padri!
Oron.Miseri e figli e padri,