Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/30

«. Aminta il cacciatore,
il nimico d’Amore ».
E vuoi far de l’amante?
Amin.Ciٍ non dich’io: ma sarei forse il primo
tra’ nemici d’Amor, cui vinca Amore?
Niso.Voglialo il cielo! Oh s’io vedessi un giorno
fra nostre schiere Amore
trarsi legato Aminta!
Ardirei forse allora
d’aprir avanti agli occhi tuoi la piaga
che chiusa il cor mi rode;
ov’or non oso appena
mover pur un sospir, che tu mi veggia.
Oh quanti i1 ne rimando
fin da le labbra al core! E se pur quindi
alcun ne scoppia a forza,
temo che tu ten rida,
e meco Amor s’adiri
ch’avanti a’ suoi nemici
dei suoi tesori io sparga.
Amin.Niso, t’inganni; anch’io
so degli altrui sospiri
aver omai pietade.
Cosi deh sapess’ io
porger aita a chi d’amor sospira!
Fors’anco egli vivrebbe
un pastorel, che è già condotto a morte.
Ma tu, cui noto è per lung’arte amore,
odi il suo caso, e mira
se per la costui vita
fia nel regno d’Amor consiglio o scampo.
Niso.Io nel regno d’Amore
altro non so che l’arte
de lo stillare il pianto
a la fiamma del core.
Ardere e pianger solo,