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ver la valle d’Alcandro,
e torno or or con erbe
da stenebrar quell’alma.
Celia.A morte, dunque, a morte!
SCENA VI
Aminta, Celia, Niso.
Amin.A morte, o Celia, a morte?
Or, se pur vuoi morir, prendi quest’alma,
e con essa ti mori.
Tu certo non morrai,
se l’alma mia non spiri.
Niso.(Ei parla seco; ed ella ancor non fugge?)
Celia.Perché non vuoi ch’io mora?
cosi dunque contendi
al mio male il rimedio?
cosi contrasti il cielo?
Niso.(Anzi ascolta e risponde.)
Amin.Altro rimedio ? cielo
che la tua morte or al tuo mal prescrive.
Celia.E qual rimedio vuoi ch’abbia ? mio male,
quando né pur la morte,
che fine è d’ogni male,
poté dar fine al mio ’nfinito male?
Niso.(Ma romperٍ ben io
questi fra lor si dolci
amorosi parlari.)
Amin.La mia, non la tua morte;
e con la morte mia G amor di Niso
per tua salute ha destinato il cielo.
Niso.(Ma no, non vo’turbarli;
vo’ prima udir tacendo.)
Celia.Ah, ah!
Amin.Non ti sdegnar; deh più benigna