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vocavit tura) in seno; perché Iddio ha suscitato un germe in lei, sicché devi ringraziare Dio; e questo germe sarà benedetto, ed essa stessa sarà benedetta e stabilita madre di benedizione eterna».

3. E Gioacchino adorandolo gli disse: «Se ho trovato grazia dinanzi a te, siedi per un poco nella mia tenda (Gen., 18, 3 sg.) e benedici me tuo servo». E l’angelo gli disse: «Non chiamarti mio servo, ma mio conservo1; perché siam servi (tutti e due) d’uno stesso Signore. D’altra parte2, il mio cibo è invisibile, e la mia bevanda non può esser bevuta da uomini mortali; e perciò non mi devi chiedere ch’io entri nella tua tenda; ma quello che volevi dare a me, offrilo a Dio in olocausto»3. Allora Gioacchino prese un agnello senza macchia e disse all’angelo: «Non avrei mai osato offrire un olocausto a Dio, se il tuo comando non mi desse la potestà4 d’offrirlo». E gli disse l’angelo: «Neppure io t’inviterei ad offrirlo, se non conoscessi la volontà del Signore». E avvenne, mentre Gioacchino offriva il Sacrifizio a Dio, che insieme con l’odore del sacrifizio, per così dire col fumo, l’angelo salì al cielo5.

4. Allora Gioacchino cadde bocconi e giacque (così) dall’ora sesta del giorno sino alla sera. Or quando vennero i suoi servi e mercenari, non sapendo di che si trattasse, si spaventarono, credendo che si volesse uccidere, e gli s’accostarono e a stento lo levaron su di terra. Ma come ebbe raccontato loro ciò che aveva visto, presi da gran stupore e ammirazione l’esortavano a compiere senz’indugio il comando dell’angelo e tornarsene prontamente dalla sua con sorte. E discutendo Gioacchino nell’animo suo se dovesse ritornare, accadde che fu invaso da sopore, ed ecco l’angelo che gli era apparso da sveglio gli apparve (novamente) in sogno dicendo: «Io son l’angelo, datoti da Dio per custode: scendi sicuro e ritorna da Anna, perché le opere di misericordia che tu e tua moglie Anna avete fatte, sono state riferite al cospetto dell’Altissimo (Tob., 3, 25; Atti, 10, 4) e un germe tale v’è stato dato, quale mai non ebbero dal principio, né avranno, né profeti né santi». E allora, quando Gioacchino si svegliò dal sonno, chiamò a sé i suoi pastori6 e signi-

  1. Cfr. Apoc. 19, 10; 22, 9.
  2. Il testo latino ha nam, che non si spiega, se non con una inverosimile ellissi: «Non posso però accettare il tuo invito, perché ecc.». Qualche manoscritto ha sed et, correzione poco felice.
  3. Cfr. Jud. 13, 16.
  4. Pontificium in genere per sovranità; potestà, autorità non manca d’esempi nel latino posteriore.
  5. Cfr. Jud. 13, 20.
  6. Gregarii sunt pastores, custodes gregum. Joachim inducitur ut vir dives plures sub se habens pastores» (Thilo).