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Tolte alcune osservazioni che sono penetrate qua e là, io devo tacere in tale polemica, il libriccino non deve diventare un libro, nè, come si vorrebbe, il testo originale delle mie confeferenze deve venir diguazzato nella critica e nella controcritica. Del resto i miei detrattori si contentano sempre di affermazioni contradditorie; nessuno ancora fece qualche obiezione contro le mie fondamentali conclusioni. Lo spirito umano non può andare oltre ad una debole immagine dell’Intelligenza di Laplace. Poichè a questa resterebbero fissi gli stessi confini della conoscenza e insolubili gli stessi enigmi che a noi, così suona immutabile e irremovibile il verdetto: Ignorabimus.


Berlino, dall’Istituto fisiologico dell’Università
Marzo 1884.


L’AUTORE