Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/49

NOTE

(1) Il sig. Engler, in un discorso ufficiale tenuto sulla «Pietra filosofale (Karlsruhe 1889) nella scuola Tecnica Superiore di Karlsruhe in occasione del cambiamento di Preside, ha inserite alcune osservazioni sulle «Considerazioni sulla chimica come scienza» di Kant, le quali, annodandosi a quello che io ho detto nel testo, conducono sostanzialmente a ciò, che il sig. Engler non riconosce alcuna differenza fra le teorie chimiche fino ad ora seguite, e gli ormai superati rami della fisica matematica.

Appoggiandosi a Goethe, Kirchhoff e al sig. von Helmholtz, egli prende una posizione dalla quale senza dubbio gli sarebbe difficile tracciare in qualche punto un confine fra i più alti calcoli di perturbazione e la più innocente diagnosi d’un insetto. La misura di cognizione che l’una e l’altra presuppongono gli sembra di valore perfettamente uguale, perchè Kirchhoff ha chiamato la meccanica analitica una descrizione dei movimenti che avvengono nella natura. Ma il sig. Engler esagera la portata di questa, come qui si vede, non insignificante osservazione; ed io mi permetto di rinviarlo per questo ad una mia precedente interpretazione, contro la quale nemmeno Kirchhoff ha sollevato alcuna obiezione (Goethe und kein Ende, Reden usw Erste Folge S. 332). Sarebbe deplorevole se, per un equivoco simile a quello del sig. Engler, la chimica potesse cadere nell’incertezza della meta