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86 orlando innamorato [St. 11-14]

         Ma Bradamante vi gionse a quel ponto
     Che Rugiero ebbe il colpo smisurato;
     Balordito era e sì come defonto
     Al col del suo destrier stava abracciato.1
     Or bene a tempo è quel soccorso agionto,
     Perchè certo altrimente era spacciato;
     Ma come gionse, la dama felice
     Parve un falcone entrato a le pernice.2

         Insieme Martasino e Pinadoro
     A lei voltarno, e gionsevi Mordante
     E Daniforte, e molti altri con loro:
     Chi la tocca di dietro, e chi davante.3
     Ma lei, che di prodezza era un tesoro,
     Dispreza l’altre gente tutte quante;
     Tocca sol Martasino e quel travaglia,
     Nè cura il resto che de intorno abaglia.

         Tanto adirata è la dama valente,
     Che Martasin conduce a rio partito;
     La sua prodezza a lui giova nïente,4
     Spezzato ha l’elmo e nel petto è ferito.
     Nè vi giova il soccorso de altra gente;
     La dama nel suo core ha statuito
     Che ad ogni modo in questa zuffa il mora,5
     E ben col brando a cerco gli lavora.

         Al fin turbata e con molta tempesta
     De coprirse col scudo non ha cura,
     E ferillo a due man sopra alla testa:
     Divide il capo e parte ogni armatura.
     Quella tagliente spada non se arresta,6
     Chè tutto il fende insino alla centura;
     Nel tempo che a quel modo lo divide,
     Rugier rivenne e quel bel colpo vide.

  1. P. col di.
  2. Mr. e P. a le.
  3. P. toccò.
  4. P. a lui non giova.
  5. Mr. e’ mora; P. omm. il.
  6. Mr. e P. si resta.