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[St. 43-46] libro iii. canto ii 31

         Ma pur se puote il tempo prolungare,
     E far col senno forza a la fortuna:
     Chi fece il mondo, lo potrà mutare,
     E porre il sole in loco de la luna.
— Prendiam dunque partito, se ti pare,
Disse la bianca alla donzella bruna
     De ritener costor, poi che la sorte
     Or gli conduce in Francia a prender morte.

         Queste parole insieme ragionando
     Avean le dame, e non erono intese1
     Da quei duo cavallieri, insino a quando
     La bianca verso de essi a parlar prese,
     Dicendo loro: Io me vi racomando:
     Se la ragion per voi mai se diffese,
     Se amate onore e la cavalleria,
     Esser vi piaccia alla diffesa mia.

         Ciascun de’ duo baron quasi ad un tratto
     Proferse a quelle aiuto a suo potere.
     Disse la bruna: Ora intenditi il fatto,
     Poi che inteso abbiam noi vostro volere.2
     Fermar vogliamo a fede questo patto,
     Che una battaglia avrete a mantenere,
     Insin che un cavallier sia al tutto morto
     Il qual ce offende e villaneggia a torto.

         Quel disleale è nominato Orilo,
     E non è in tutto il mondo il più fellone;3
     Tiene una torre in su il fiume del Nilo,
     Ove una bestia a guisa de dragone,
     Che là viene appellata il cocodrilo,
     Pasce di sangue umano e di persone.
     Per strano incanto è fatto il maledetto,
     Che de una fata nacque e de un folletto.

  1. Mr. e P. erano.
  2. P. omm. noi.
  3. Mr. e P. E non è in.