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[St. 31-34] libro iii. canto vi 91

         E per non vi seguir sì lunga traccia,
     La cosa presto presto vi disgroppo.
     Mordante, che assalirlo se procaccia,
     Ebbe tra questo assalto un strano intoppo:
     Fu ferito a traverso nella faccia,
     E via volò de l’elmo tutto il coppo;
     Meza la testa è ne lo elmo che vola,
     Rimase il resto al busto con la gola.

         Non avea fatto questo colpo apena,
     Che a Pinador voltò, che era da lato,
     E nel voltarse lo assalisce e mena;
     Ma quello era già tanto spaventato,
     Che parea un veltro uscito di catena,
     Fuggendo a tutta briglia per il prato.
     Fuggito essendo per sassi e per valle,
     Rugier gli tolse il capo dalle spalle.

         Era già il sole allo occidente ascoso,
     Quando finita è la battaglia dura;
     Allor guardando il giovane amoroso
     Di Bradamante cerca e di lei cura,
     Nè trova nel pensiero alcun riposo.
     Per tutto ha cerco, e già la notte oscura:1
     Veder non può colei che cotanto ama,
     Ma guarda intorno e ad alta voce chiama.2

         Passando per costiere e per valloni,
     Trovò duo cavallieri ad un poggetto,
     E sentendo il scalpizzo de’ ronzoni
     Prese alcuna speranza il giovanetto;
     Ma, come a lui parlarno que’ baroni,
     Che il salutarno de animo perfetto,
     Tanto cordoglio l’animo gli assale,
     Che non rispose a lor ni ben, ni male.

  1. T. e Mr. a cercho; P. a cerco è (il Berni ha cerco e giàla notte è).
  2. Mr. omm. e.