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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Era in quel bosco una acqua di fontana;
Sopra alla ripa il conte era smontato,
Et avea cinta al fianco Durindana,
E de ogni arnese tutto quanto armato.1
Or così stando in su quella fiumana,
Gionse anche Feragù molto affannato,
Di sete ardendo e d’uno extremo caldo
Per la battaglia che avea con Ranaldo.2
Come fu gionto, senza altro pensare
Discese de lo arcione incontinente;
Trasse a sè l’elmo e, volendo pigliare
De l’onda fresca al bel fiume lucente,
O per la fretta, o per poco pensare,
L’elmo gli cadde in quella acqua corrente,
Et andò al fondo sin sotto l’arena:
Di questo Feraguto ebbe gran pena.
L’elmo nel fondo basso era caduto,
Nè scia quel saracin ciò che si fare,
Se non in vano adimandare aiuto
E al suo Macone starsi a lamentare.
In questo Orlando l’ebbe cognosciuto
Al scudo e a l’arme che suolea portare;
Et appressato a lui in su la riviera,
Lo salutò parlando in tal maniera:
Chi te puote aiutare, ora te aiute,
Et usi verso te tanta pietate,
Che non te mandi a l’anime perdute,
Essendo cavallier di tal bontate.
Così te dricci alla eterna salute
Cognoscimento de la veritate;
Nel ciel gioia te doni e in terra onore,3
Come tu sei de’ cavallieri il fiore.
- ↑ T., Ml. e Mr. omm. è.
- ↑ Ml. omm. che; P. battaglia avuta.
- ↑ Ml. e Mr. zoglia; T. e Ml. omm. e.