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494 orlando innamorato [St. 59-62]

         Ora certanamente me divino
     Che il re Agramante avrà passato il mare,1
     Chè quel da tale insegna è re Sobrino:2
     Ben lo cognosco e scio ciò che può fare.
     Di certo egli è gagliardo saracino.
     Or via, filiolo, e non te indugïare!
     Poi la seconda schiera Carlo dona
     Al duca de Arli e al duca di Baiona.

         Entrambi son del sangue di Mongrana:
     Sigieri il primo, e l’altro ha nome Uberto.
     Poscia il re Otone e sua gente soprana
     L’altra schiera ebbe sopra al campo aperto.3
     La quarta, ch’era a questa proximana,
     Governa il re di Frisa, Daniberto;
     La quinta poi il re Carlo arriccomanda4
     A Manibruno, il quale era de Irlanda.

         El re di Scozia giù mena la sesta;
     La settima governa Carlo Mano.
     Or se incomincia il crido e la tempesta.
     Gionto alla zuffa è il sir de Montealbano,
     Sopra Baiardo, con la lancia a resta:
     Tristo qualunche iscontra sopra il piano!
     Qual mezo morto de lo arcion trabocca,
     Qual come rana per le spalle insprocca.

         Rotta la lancia, fuor trasse Fusberta:
     Ben vi so dir che spaccia quel cammino.
     Or chi è costui che mia gente diserta,5
     Diceva, a lui guardando, il re Sobrino,
     Et ha il leon sbarato alla coperta?
     Io non cognosco questo paladino.
     Nel gran paese dove Carlo regna,
     Mai non viddi colui, nè questa insegna.

  1. Mr. omm. il.
  2. Ml. di tale ins. il (è ’l) re S.
  3. P. al re.... schiera ch’è sopra ìl.
  4. P. poi Carlo l’arricomanda.
  5. Ml. Hor che costui; Mr. e P. omm. Or.