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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
Ora certanamente me divino
Che il re Agramante avrà passato il mare,1
Chè quel da tale insegna è re Sobrino:2
Ben lo cognosco e scio ciò che può fare.
Di certo egli è gagliardo saracino.
Or via, filiolo, e non te indugïare!
Poi la seconda schiera Carlo dona
Al duca de Arli e al duca di Baiona.
Entrambi son del sangue di Mongrana:
Sigieri il primo, e l’altro ha nome Uberto.
Poscia il re Otone e sua gente soprana
L’altra schiera ebbe sopra al campo aperto.3
La quarta, ch’era a questa proximana,
Governa il re di Frisa, Daniberto;
La quinta poi il re Carlo arriccomanda4
A Manibruno, il quale era de Irlanda.
El re di Scozia giù mena la sesta;
La settima governa Carlo Mano.
Or se incomincia il crido e la tempesta.
Gionto alla zuffa è il sir de Montealbano,
Sopra Baiardo, con la lancia a resta:
Tristo qualunche iscontra sopra il piano!
Qual mezo morto de lo arcion trabocca,
Qual come rana per le spalle insprocca.
Rotta la lancia, fuor trasse Fusberta:
Ben vi so dir che spaccia quel cammino.
Or chi è costui che mia gente diserta,5
Diceva, a lui guardando, il re Sobrino,
Et ha il leon sbarato alla coperta?
Io non cognosco questo paladino.
Nel gran paese dove Carlo regna,
Mai non viddi colui, nè questa insegna.
- ↑ Mr. omm. il.
- ↑ Ml. di tale ins. il (è ’l) re S.
- ↑ P. al re.... schiera ch’è sopra ìl.
- ↑ P. poi Carlo l’arricomanda.
- ↑ Ml. Hor che costui; Mr. e P. omm. Or.