[St. 7-10] |
libro ii. canto xxix |
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Così Brunel, la cui fama era poca,
Come intendesti, chè era re di novo,
Nel campo rosso avea depinta una oca,
Che avea la coda e l’ale sopra a l’ovo.
De ciò parlando lui con gli altri, gioca
— Ben son, dicendo, antico, e ciò ti provo:1
Chè lo evangelio, che è dritto iudicio,2
Afferma che la oca era nel principio.
Il re Grifaldo apresso a lui ne viene,
Che porta una donzella scapigliata,
E quella un drago per l’orecchie tiene:
Cotal divisa avea tutta la armata,
Benchè sua insegna a questa non conviene,
Chè solo è nera e di bianco fasciata.
Il re di Garamanta era vicino,
Giovane ardito, e nome ha Martasino.
Costui portava nel campo vermiglio
Le branche e il collo e il capo de un griffone;
E dietro alla sua nave forse un miglio
Veniva il re di Septa, Dorilone,
Qual porta al campo azurro un bianco ziglio;
Poi Soridano, che porta il leone.
Il leon bianco in campo verde avia:
Costui ch’io dico, è re de la Esperia.
E re di Constantina, Pinadoro,
Venne, che al rosso la acquila portava,
Ch’è gialla, con due teste, in quel lavoro;
E poco apresso Alzirdo il seguitava,
Che ha la rosa vermiglia in campo d’oro;
E Pulïano alla bandiera blava
Segnata avea de argento una corona;
Franco è costui, che è re de Nasamona.
- ↑ T. Ben dicendo fo antiquo; Mr. Ben dicendo ant.; P. Ben dicendo so ant.
- ↑ P. Che del vangelio ogni fedel mancipio.