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452 orlando innamorato [St. 15-18]

         Ma per le dame è ciò poco ristoro,
     Quale ha perdute quel baron gagliardo.1
     Lasciamo lui, e torniamo a coloro
     Che via ne le menarno senza tardo;
     E come avanti fôrno a Teodoro,
     Lui cognobbe Dor[i]stella al primo guardo,
     E lei cognobbe anch’esso al primo tratto,
     Come lo vidde, e ciò non fu gran fatto;

         Però che ciascadun tanto se amava,
     Che altra sembianza non avea nel core.2
     Or quando l’un quell’altro ritrovava,
     Non fu allegrezza al mondo mai maggiore;
     E ciascadun più stretto se abracciava,
     Dandosi basi sì caldi de amore,
     Che ciascadun che intorno era in quel loco,
     Moria[n] de invidia, sì parea bel gioco.3

         Poi lui conta alla dama la ragione
     Perchè alla Liza era intorno acampato,
     E facea guerra al patre Dolistone,
     Dicendo: Io venni come disperato,
     A lui dando la colpa e la cagione
     Che via te conducesse il renegato,
     Dico Usbego, che Dio gli doni guai!
     Ove ne andasti, non seppi più mai.

         La dama ad ogni parte gli respose,
     E dègli alla risposta gran conforto,
     E la ventura sua tutta gli expose,
     E come Usbego a quel palagio è morto;
     Poi lo pregava con voce piatose4
     Che divetasse ad ogni modo il torto
     Quale era fatto a quel baron valente,
     Che fo assalito da cotanta gente.

  1. Ml. Qual; T., Mr. e P. perduto
  2. Ml., Mr. e P. sembranza.
  3. Ml. Moria; Mr. Morria; P. Morian.
  4. Ml., Mr. e P. pietose.