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286 orlando innamorato [St. 19-22]

         Dopo lui pose a terra Prusïone,
     Quale era re de l’Isole Alvaracchie.
     Come da l’aria giù scende il falcone,
     E dà nel mezo a un groppo di cornacchie:
     Lor, sparpagnate a gran confusïone,
     Cridando van per arbori e per macchie;
     Così tutta la gente in quel torniero
     Fuggia davanti al paladin Rugiero.

         Il re de Arzila, io dico Bambirago,1
     Fu da Rugier colpito in su la testa;
     Costui portava per cimiero un drago:
     Con quel percosse il capo alla foresta.
     Sempre più viene il giovanetto vago
     Di ben ferire, e menando tempesta,
     Pose Tardoco e Marbalusto al piano,
     L’un re de Alzerbe e l’altro re d’Orano.

         E Baliverzo, il re di Normandia,
     Fo tratto dello arcione al suo dispetto.
     Quando Agramante e’ gran colpi vedia,
     Per meraviglia usciva de intelletto,
     Chè ’l re de Tingitana esser credia,
     Per l’arme che avea indosso il giovanetto;
     Ma prima nol tenea gagliardo tanto,
     Or ben li dava di prodezza il vanto.

         Perchè sappiati il fatto ben compito,
     Ordinato è il torniero a tal ragione,
     Che non poteva alcuno esser ferito,
     Menando tutti e brandi de piatone,
     Et altrimente a morte era punito
     Chiunque facesse al gioco fallisone.
     Di taglio nè di ponta alcun non mena:
     Sapea Rugiero e l’ordine e la pena.

  1. T. e Mr. Arzilla.