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492 orlando innamorato [St. 51-54]

         Lasciamo il ragionar della donzella,
     La qual, nel modo che aviti sentito,
     Tornò davanti ad Angelica bella;
     E ragionamo di quel conte ardito,
     Che per li fiori e per l’erba novella
     Via caminando è de una selva uscito;
     Fuor della selva, a ponto in su quel piano,
     Armato è un cavallier con l’asta in mano.

         Sopra d’una acqua un ponte marmorino
     Tenia quel cavallier in sua diffesa;
     Alla ripa del fiume, ad un bel pino
     Stava una dama per le chiome impesa,
     La qual facea lamento sì tapino,
     Che avrebbe di dolor quella acqua accesa;
     Sempre soccorso e mercede domanda,
     Di pianto empiendo intorno in ogni banda.

         Di lei molta pietà si venne al conte,
     E per ella sligare al pino andava.1
     Ma il campïon, che armato era sul ponte,
     — Non andar, cavallier! forte cridava;
     Chè fai a tutto il mondo oltraggio et onte,
     Dando soccorso a quella anima prava;
     Perchè l’antiqua etade e la novella
     Non ebbe mai più falsa damigella.

         Per sua malizia sette cavallieri
     Sono perduti e per sua fellonia.
     Ma ciò contarti non mi fa mestieri,
     Che troppo è lungo: vanne alla tua via;
     Lasciala stare e prendi altri pensieri.
Cari segnori e bella baronia,
     Stati contenti a quel che aveti odito:
     Per questa fiata il canto è qui finito.


  1. Ml. e Mr. [el]la dislegare.