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CANTO VENTESIMOQUINTO


         Il conte Orlando il corno a bocca pose,
     Sì come a l’altro canto io vi lasciai,
     Chè trare al fine in tutto se dispose
     L’alte aventure, e non posarsi mai,
     Sin che quelle opre sì meravigliose
     Che apparevano al suon, come contai,
     Non fussero apparite tutte quante;
     Però suonava quel segnor de Anglante.

         Tanto suonava, che al suonar si stanca
     Quel vago corno il cavallier ardito.
     Nulla d’intorno appare e il giorno manca,
     E già temeva lui d’esser schernito,
     Quando una cucciarella tutta bianca
     Gionse latrando nel prato fiorito;
     Il conte alla cuccietta pone cura,
     Dicendo: Dio me doni alta ventura!