Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/44

34 orlando innamorato [St. 27-30]

        Così dicendo dal letto si leva,
     Dove giaciuto avea sempre piangendo;
     La sera aspetta, e lo aspettar lo agreva,
     E su e giù si va tutto rodendo.
     Uno atimo cento anni li rileva,
     Or questo avviso or quello in sè facendo.
     Ma come gionta fu la notte scura,
     Nascosamente veste l’armatura.

        Già non portò la insegna del quartero,
     Ma de un vermiglio scuro era vestito.
     Cavalca Brigliadoro il cavalliero,
     E soletto alla porta se ne è gito.
     Non sa de lui famiglio, nè scudero;
     Tacitamente è della terra uscito.
     Ben sospirando ne andava il meschino,
     E verso Ardena prese il suo cammino.

        Or son tre gran campioni alla ventura:
     Lasciali andar, che bei fati farano:
     Rainaldo e Orlando, ch’è di tanta altura,1
     E Feraguto, fior d’ogni pagano.
     Tornamo a Carlo Magno, che procura
     Ordir la giostra, e chiama il conte Gano,
     Il duca Namo e lo re Salamone,
     E del consiglio ciascadun barone.

        E disse lor: Segnori, il mio parere
     È che il giostrante ch’al rengo ne viene,2
     Contrasti ciascaduno al suo potere,
     Sin che fortuna o forza lo sostiene;
     E ’l vincitor dipoi, come è dovere,
     Dello abbattuto la sorte mantiene,
     Sin che rimanga la corona a lui,3
     O sia abbattuto, e dia loco ad altrui.

  1. P. Orlando è il primo, Senator Romano, Con Ranaldo, che ’l mondo nulla cura.
  2. P. Or torniamo a Re Carlo.
  3. T. regno.