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Ascosa V arte resti, e da princìpio 1

Non sii eloquente. Da’ vergati, foglj Vadan lungi parole aspre e ricerche., •

Chi mai, se non. di senno affatto privo.

In tuono volgerà declamatorio.•;

Alla tenera Amica il suo discorso?

Oh quante volte fu giusta cagione Di grave sdegno un foglio! 1 detti tuoi Meritin fede, e adopra usati accenti,; Ma sempre lusinghieri, onde le sembri D’udirti ragionare. Se ricusa, -,

Di ricevere.il foglio, e senz’averlo, -, Letto a te lo ’ rimandi,. la speranza ■ ’ • Però non t’abbandoni, e,il mio consiglio. Serba in memoria t II. collo al giogo piega Il Giovenco difficile col.tempo,

E a soffrir s’ammaestra il lento freno ’ Col tempo anco il Cavallo. Un ferreo anello Dal continuo uso si consuma, e il vomere Dal continuo rivolgere la terra

Che del sasso è più. duro? e che più molle Avvi dell’onda? eppure il duro sasso Dall’onda molle vien scavato. Ancora,

Se sii costante, vincerai col tempo Penelope medesma: tardi, è vero,,, Caddero al suolo le trojane.mura.,

Ma pur caddero alfin. I foglj tuoi Leggerà a nch’essa, e non darà risposta. Cui tu non debbi violentarla: solo

• a f i

Fa che ognor legga lusinghieri accenti,

E di risposta altìn sarà cortese A ciò che lesse; a gradi e con misura Succederansi questi ufficj; Forse, ’

Verrà da prima a te foglio dolente.