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nator polacco corretto da un suo amico » . Il riferimento esplicito alla Polonia nasconde probabilmente l’allusione ad una meno remota monarchia elettiva: il dominio ecclesiastico.

Ragguaglio XCVI. — È il seguito di uno degli episodi di Cent. I, 90 (p. 339 5 e segg.). È in P, in copia al n. 37, col titolo autografo «Sicurtá de non offedendo non approvata», ripetuto tal quale nell’indice pure autografo della c. 184. Si tratta di una piú ridotta redazione: l’episodio si immagina avvenuto in «Focide» ed i due personaggi tra cui avviene la rissa sono anonimi.

Ragguaglio XCVII. — È in P, in copia con correzioni autografe, al n. 89. Minime varianti. Nell’ indice autogr. della c. 235 s’intitola: « Caccia universale bandita da Apollo contro le tartaruche ».

Ragguaglio XCVIII. — 363 7 Monsignor Alessandro Carderò (1548-1626), padovano, pubblicò in Padova nel 1582 un Breve et ingenioso discorso contro l’opera di Dante , polemizzando col Mazzoni, che in Cesena nove anni prima aveva fatto stampare un Discorso in difesa della Commedia del divino poeta Dante. A sua volta il Mazzoni aveva inteso replicare ad un’opera che circolava manoscritta dal 1572, il Discorso di Ridolfo Caslravilla, nel quale si mostra l’imperfezione della Commedia di Dante contro al Dialogo delle lingue [l’ Er colano, del 1570] del Varchi-, l’autore celato sotto lo pseudonimo di Castravilla è appunto il terzo « non riconosciuto » aggressore di Dante: si tratta di quel Belisario Bulgarini (1539-1621), senese, che pubblicò nell’83 Alcune considerazioni sopra il Discorso di M. Giacopo Mazzoni, stampandovi per la prima volta di Discorso divulgato undici anni prima sotto il velo dello pseudonimo.

Ragguaglio C. — È impossibile identificare l’autore della « censura fatta sopra un poema di un virtuoso italiano », il cui nome il Boccalini volle prudenzialmente tacere: certo si tratta d’uno degli scritti polemici divulgati in gran copia nel corso della disputa su Dante (cui giá è dedicato il precedente ragguaglio) o in quella accesasi tra il Tasso e la Crusca.