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to l’anelito del core che tu voglia mandarmi l’oracolo della tua consolazione, affinchè mi venga, forse, quel zeffiro celeste, che angareggia non mai colla violenza della sua santa opposizione; e donde angareggia? donde crediamo che il regno de’ cieli pata violenza. Egli disperga le tenebre mie, e disperse disciolgale, affinché lo stato degli amanti con vista più perspicace lo distingua, e distinguendolo, io ne sia più ordinatamente commosso, e per gli affetti ordinati dalla concordia della carne e dello spirito non senta le cose lievi per gravi, non prenda il bene per male tratto fuori di ragione dalla fallacia del mondo; ma bensì quel che è lieve e giocondo, giocondamente lo riceva, ed in faccia al veramente pestifero, non meno che il fanciullo alla vista dell’angue, impallidisca dalla paura. Bramo che tu stia bene. Scritta a piè del monte Falerno presso la tomba di Marone Virgilio a’ xxviii di Giugno.