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LIBRO UNDECIMO | 397 |
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E per li monti si vedien fuggire
Le dolorose madri co’ figliuoli:
Parevansi le voci ancor sentire
De’ lor dolenti e dispietati duoli;
E vediensi le donne achive gire
Nell’alte torri con diversi stuoli,
E arder ogni cosa, poscia ch’esse
Ebber le corpora in le fiamme messe.
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E quella tutta nel fuoco avvampare:
Poi v’era il campo tutto ricercato
Da chi dovea cotal uficio fare,
Nel qual tra gli abbattuti era trovato
Arcita tutto sanguinoso stare
A Palemon ancor presso pigliato,
E a Teseo menati per prigioni,
Perchè parevan nobili baroni.
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Poi ciascheduno tristo e doloroso
Al carro avante a Teseo trionfante
Vi si vedeva, ed in atto pensoso:
E rimirando un poco più avante,
I prigion si vedieno, e l’amoroso
Giardino ancora allato a loro stante,
Tutto vestito pel tempo novello
Di nuove frondi grazïoso e bello.