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LIBRO DECIMO | 353 |
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Io me ne vo coll’anima smarrita,
La quale io presi col piacer di quella
Che da voi è nel mondo più gradita;
Dunque nelle sue man ricevam’ella
Quando farò la dogliosa partita
Dalla presente vita tapinella:
E questo detto, forte lagrimando,
Gli occhi bassò in terra riguardando.
57
Queste parole gli angelici aspetti
Di quelle donne conturbavan molto,
E con dolore offendevano i petti
Dilicati, in maniera che nel volto
Si parie loro: e ben sentieno i detti
Qual’erano, e che fosse in lor raccolto,
E ben l’occulta morte conoscieno
Nel viso a lui che già veniva meno.
58
Perchè Emilia disse: o signor mio,
Poscia che tu del viver ti disperi,
Deh dimmi, o lassa, e come farò io?
I’ ne verre’ con teco volentieri,
E già questo appetisce il mio disio,
Perch’io non so che fuor di te mi speri:
Tu solo eri il mio ben, tu la mia gioia,
E senza te non spero altro che noia.
bocc. la teseide | 23 |