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168 LA TESEIDE


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Di mia salute, disse Palemone,
     Non aver tu pensier: del tutto, avanti
     Ch’io mi parta, la nostra quistione
     Si finirà; sicchè l’un de’ due amanti
     Solo d’amarla fia in possessione;
     I consigli che desti ho tutti quanti
     Esaminati meco, e son contento
     Più di morir che di vita in tormento.

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Se tu fai quel ch’io dico, gelosia,
     S’altro non me ne segue, avendo fede
     In te come in amico, anderà via:
     Se nel tempo di ciò ben mi procede,
     Renderò grazie alla fortuna mia:
     Dunque t’appresta, che il mio cor crede
     Vittoria aver, se non vuogli altrimente
     In ciò far cosa che mi sia piacente.

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Allora disse Penteo sospirando:
     Oimè ch’io sento l’ira degl’iddii
     Li quali ancor ne vanno minacciando
     Contrarii tutti agli nostri disii:
     E la fortuna ci ha qui lusingando
     Menati con effetti lieti e pii,
     E non Amor, a voler che muoiamo
     Per le man nostre, come noi sogliamo.