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134 giornata seconda

amor celando. Ma mentre che esso in questo fuoco ardeva, sopravvenne il tempo d’uscire contro al prenze che giá alle terre del duca s’avvicinava; per che il duca e Costanzo e gli altri tutti, secondo l’ordine dato d’Atene usciti, andarono a contrastare a certe frontiere, acciò che piú avanti non potesse il prenze venire. E quivi per piú dí dimorando, avendo sempre Costanzo l’animo ed il pensiero a quella donna, imaginando che, ora che il duca non l’era vicino, assai bene gli potrebbe venir fatto il suo piacere, per aver cagione di tornarsi ad Atene si mostrò forte della persona disagiato; per che, con licenza del duca, commessa ogni sua podestá in Manovello, ad Atene se ne venne alla sorella, e quivi, dopo alcun dí, messala nel ragionare del dispetto che dal duca le pareva ricevere per la donna la qual teneva, le disse che, dove ella volesse, egli assai bene di ciò l’aiuterebbe, faccendola di colá ove era trarre e menarla via. La duchessa, estimando, Costanzo questo per amor di lei e non della donna fare, disse che molto le piacea, sí veramente dove in guisa si facesse, che il duca mai non risapesse che essa a questo avesse consentito. Il che Costanzo pienamente le promise; per che la duchessa consentí che egli come il meglio gli paresse, facesse. Costanzo chetamente fece armare una barca sottile, e quella una sera ne mandò vicina al giardino dove dimorava la donna, informati de’ suoi che sú v’erano quello che a fare avessero, ed appresso con altri n’andò al palagio dove era la donna, dove da quegli che quivi al servigio di lei erano fu lietamente ricevuto, ed ancora dalla donna: e con essolui, da’ suoi servidori accompagnata e da’ compagni di Costanzo, sí come gli piacque, se n’andò nel giardino. E quasi alla donna da parte del duca parlar volesse, con lei verso una porta che sopra il mare usciva solo se n’andò, la quale giá essendo da un de’ suoi compagni aperta, e quivi col segno dato chiamata la barca, fattala prestamente prendere e sopra la barca porre, rivolto alla famiglia di lei, disse: — Niun se ne muova né faccia motto, se egli non vuol morire, per ciò che io intendo non di rubare al duca la femina sua, ma di tôrre via l’onta la quale egli fa alla mia sorella. — A questo