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dubbiare esser conforto»? si come nel primo canto appare, dove tu mi levasti dinanzi a quella lupa, e nel secondo canto, dove tu dell’animo cacciasti la viltá sopravvenutavi. — «Ed egli», cioè Virgilio, «a me», disse: — «L’angoscia delle genti», onorevoli e d’alta fama, «Che son quaggiú», in questo primo cerchio dello ’nferno, «nel viso mi dipigne», cioè colora, «Quella pietá», cioè compassione, «che tu per téma», cioè per paura, «senti», cioè estimi che sia per,paura. Altri vogliono che il senso di questa lettera sia questo: percioché tu senti te pauroso, tu estimi da questo mio colore che io similmente abbia paura; ma non è cosí: io son pallido per compassione, ecc. La prima esposizione mi piace piú. «Andiam», confortalo ad andare, e dimostragli la cagione dicendo: «ché la via lunga ne sospigne» — a dover andare. «Cosí si mise», procedendo, «e cosí mi fe’ entrare», seguendolo io, «Nel primo cerchio», cioè nel limbo, «che l’Abisso», cioè inferno, «cigne», cioè attornia. «Quivi», in quel primo cerchio, «secondo che per ascoltare», potea comprendere, «Non avea pianto mai», cioè d’altro, «che di sospiri». È il sospiro una esalazione che muove dal cuore, da alcuna noia faticato, il quale il detto cuore, per agevolamento di sé, manda fuori; e, se cosí non facesse, potrebbe l’angoscia, ritenuta dentro, tanto ampliarsi e tanto gonfiare d’intorno a lui, che ella potrebbe interchiuder si lo spirito vitale, che il cuore perirebbe; e, percioché la quantitá dell’angoscia di quelle anime, che eran laggiú, era molta, pare i sospiri dovere essere molti, e con impeto mandati fuori. Per la qual cosa convien che segua quello che appresso dice, cioè: «Che l’aura eterna», in quanto non si muta la qualitá di quella aura (ed è «aura» un soave movimento d’aere: per questa cagione non credo voglia dire il testo «aura», percioché alcuna soavitá non ha in inferno, anzi v’è ogni moto impetuoso e noioso; e quinci credo voglia dire «aere eterno»), «facevan», gl’impeti de’ sospiri, «tremare», cioè avere un movimento non maggiore che il tremare. «E ciò avvenia», cioè questo sospirare, «da duol senza martiri». Non eran dunque quelle anime, che quivi erano, da