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XIV

GARA DI POETI PER L’EPITAFIO DI DANTE

Furono in que’ tempi piú uomini nell’arte metrica ammaestrati, li quali, sentendo che far si dovea al corpo di Dante una mirabile sepoltura, fecero versi per porre in quella, testificanti e la scienza e alcun de’ piú memorabili casi di Dante, de’ quali niun vi si pose per lo sopradetto accidente. Nondimeno, piú tempo poi, me ne furono monstrati: de’ quali alquanti, fattine dal maestro Giovanni del Virgilio, si come piú laudevoli al mio giudicio, ne elessi; ed estimando questa operetta quello testificare, che in parte avrebbe fatto la sepoltura, di porglici diliberai come segue: Theologus Dantes nullius dogmatis expers, quod foveat claro philosophia sinu: gloria musarutn, vulgo gralissimus auctor, hic iacet, et fama pulsai utrumque polum: qui loca defunctis gladiis regnumque gemellis distribuii, laicis rhetoricisque modis. Pascua Pieriis demum resonabat avenis; Atropos heu! laetum livida rupit opus. Huic ingrata tulit tristem Florentia fructuin, exilium, vati patria cruda suo. Quem pia Guidonis gremio Ravenna Novelli gaudet honorati conlinuisse ducis, mille trecenienis ter septern Numinis annis, ad sua septembris idibus astra redit.

XV

RIMPROVERO AI FIORENTINI

Sogliono gli odii nella morte degli odiati finirsi; il che nel trapassamento di Dante non si trovò avvenire. L’ostinata malivolenza de’ suoi cittadini nella sua rigidezza stette ferma; niuna