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dietro ponendo le divisioni delle precedenti opere. E comeché egli d’avere questo libretto fatto, negli anni piú maturi si vergognasse molto, nondimeno, considerata la sua etá, è egli assai bello e piacevole, e massimamente a’ volgari. Appresso questa compilazione piú anni, raguardando egli della sommitá del governo della republica, sopra la quale stava, e veggendo in grandissima parte, cosí come di si fatti luoghi si vede, qual fosse la vita degli uomini, e quali fossero gli errori del vulgo, e come fossero pochi i disvianti da quello e di quanto onore degni fossero, e quegli, che a quello s’accostassero, di quanta confusione; dannandogli studi di questi cotali e molto piú li suoi commendando, gli venne nell’animo un alto pensiero, per lo quale a un’ora, cioè in una medesima opera, propose, mostrando la sua sofficienzia, di mordere con gravissime pene i viziosi, e con altissimi premi li valorosi onorare, e a sé perpetua gloria apparecchiare. E, percioché, come giá è mostrato, egli aveva a ogni studio preposta la poesia, poetica opera estimò di comporre. E, avendo molto davanti premeditato quello che fare dovesse, nel suo trentacinquesimo anno si cominciò a dare al mandare ad effetto ciò che davanti premeditato avea, cioè a volere secondo i meriti e mordere e premiare, secondo la sua diversitá, la vita degli uomini. La quale, percioché conobbe essere di tre maniere, cioè viziosa, o da’vizi partentesi e andante alla vertu, o virtuosa; quella in tre libri, dal mordere la viziosa cominciando e finendo nel premiare la virtuosa, mirabilmente distinse in un volume, il quale tutto intitolò Comedia. De’ quali tre libri egli ciascuno distinse per canti e i canti per rittimi, si come chiaro si vede; e quello in rima volgare compose con tanta arte, con si mirabile ordine e con si bello, che niuno fu ancora che giustamente quello potesse in alcuno atto riprendere. Quanto sottilmente egli in esso poetasse pertutto, coloro, alli quali è tanto ingegno prestato che ’ntendano, il possono vedere. Ma, si come noi veggiamo le gran cose non potersi in brieve tempo comprendere, e per questo conoscer dobbiamo cosí alta, cosí grande, cosí escogitata impresa, come fu tutti gli atti degli uomini e i loro G. Boccaccio, Scritti danteschi - 1. 4