Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/159

luogo, e dice «con vergognosa fronte», percioché in quella parte del viso prima appariscano i segni del nostro vergognarci; comeché qui si può prendere il tutto per la parte, cioè tutto il viso per la fronte. —«O degli altri poeti» latini «onore», percioché per Virgilio è tutto il nome poetico onorato, «e lume». Sono state l’opere di Virgilio a’ poeti, che appresso di lui sono stati, un esemplo, il quale ha dirizzate le loro invenzioni a laudevole fine, come la luce dirizza i passi nostri in quella parte dove d’andare intendiamo. «Vagliami il lungo studio e il grande amore». Poi che l’autore ha poste le laude di Virgilio, accioché per quelle il muova al suo bisogno, ora il priega per li meriti di se medesimo, per li quali estima Virgilio si come obbligatogli il debba aiutare, e dice: «Vagliami», a questo bisogno, «il lungo studio». Vuol mostrare d’avere l’opera di Virgilio studiata, non discorrendo, ma con diligenza. «E ’l grande amore». E per questo intende mostrare un atto caritativo, che fatto gli ha studiare il libro di Virgilio, e non, come molti fanno, averlo studiato per trovarvi che potere mordere e biasimare. «Che m’ha fatto cercare il tuo volume», VEneida. «Tu se’ lo mio maestro». Qui con reverirlo vuol muover Virgilio chiamandolo «maestro», «e’1 mio autore». In altra parte si legge «signore», e credo che stia altresi bene; percioché qui, umiliandosi, vuol pretendere il signore dovere ne’ bisogni il suo servidore aiutare. «Tu se’ solo colui da cui io tolsi», cioè presi, «il bello stilo», del trattato, e massimamente dello ’ Nferno, «che m’ha fatto onore», cioè fará. E pon qui il preterito per lo futuro, facendo solecismo. «Vedi la bestia», e mostragli la lupa, della quale di sopra è detto, «per cui io mi volsi», dal salire al dilettoso monte. E qui gli risponde all’interrogazion fatta; appresso il priega dicendo: «Aiutami da lei, famoso saggio»; nelle quali parole vuol mostrare colui veramente esser saggio, il quale non solamente è saggio nel suo segreto, ma eziandio nel giudicio degli altri per lo quale esso diventa famoso. «Ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi». Triemano le vene e’ polsi quando dal sangue abbandonate sono, il che avviene quando il cuore