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«Ma poi ch’i’ fui», errando e cercando come di quella uscir potessi, «appiè d’un colle giunto», cioè pervenuto, «Lá dove terminava», finiva, «quella valle», nella quale era questa selva oscura, «Che m’avea di paura il cor compunto», cioè afflitto, «Guardai in alto e vidi le sue spalle», cioè la sommitá quasi, si come le spalle nostre sono quasi la piú alta parte della persona nostra, «Coperte giá de’ raggi del pianeta», cioè del sole, il quale è l’uno de’ sette pianeti. E perciò dice del sole, percioché esso solo è di sua natura luminoso, e ogni altro corpo che luce, o pianeto o stella o qualunque altro, ha da questo la luce, si come da fonte di quella, si come per esperienza si vede negli eclissi lunari; e questa luce ha solo, non per la sua potenza, ma per singular dono del suo Creatore, e hanne in tanta abbondanza, che ad ogni parte dintorno a sé manda infinita moltitudine di raggi, per li quali, ovunque pervenir possano, si diffonde copiosamente la luce sua; e questi raggi, sagliendo il sole dallo inferiore emisperio al superiore, le prime parti che toccano del corpo della terra, alla quale, sagliendo il sole, pervengono, sono le sommitá de’ monti. Per la qual cosa appare qui che il giorno cominciava ad apparire, quando l’autore cominciò ad avvedersi dove era, ed a volere di quel luogo uscire; e di potere ciò fare gli venne speranza, rammemorandosi che la luce di questo pianeto «mena diritto altrui per ogni calle», cioè per ogni via, in quanto, essendo il sole sopra la terra, vede l’uomo dov’e’ si va, e ancora con miglior giudicio si dirizza lá dove andar vuole, mediante la luce di costui. E, per questa speranza presa, dice: «Allor fu la paura un poco queta», cioè meno infesta, «Che nel lago del cuor». È nel cuore una parte concava, sempre abbondante di sangue, [nel quale, secondo l’oppinione di alcuni, abitano li spiriti vitali], e di quella, si come di fonte perpetuo, si ministra alle vene quel sangue e il calore, il quale per tutto il corpo si spande; ed è quella parte ricettacolo di ogni nostra passione: e perciò dice che in quella gli era perseverata la passione della paura avuta. E perciò dice: «m’era durata, La notte ch’i’ passai con tanta pièta», cioè con tanta afflizione, si per la diritta via la