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Con questo otterremo anche un considerevolissimo vantaggio economico, inquantochè in quei terreni, ordinariamente sterilissimi, riesce improficua la coltivazione dei cereali, non rendendo la spesa e la fatica che vi si impiega. Di più, la vigna ha il vantaggio di maturare sollecitamente l’uva, essendo provato che mentre quella elevata un piede da terra è matura, è ancor verde ed acerba quella posta un metro e mezzo più alta nella medesima vite. L’illustre prof. Ottavi citava a questo proposito un fatto luminosissimo, narrando nelle conferenze di Alessandria, come l’uva sulle viti basse del Monferrato maturi ai primi di settembre, quando invece quella posta sulle alte viti a Napoli non giunge a maturazione che alla metà di ottobre, non ostante la differenza che passa fra il calore del sole di Napoli e quello di Piemonte.

Finalmente la vigna dà il frutto dopo quattro anni, mentre per la coltura delle viti accoppiate agli alberi vi occorre lunghissimo tempo, per cui oltre a preferenza un pronto guiderdone alle fatiche, ed un compenso alle spese sostenute pel suo impianto.

Fermo in questa idea, volli studiare la coltivazione delle vigne. Mi provvidi di quanti trattati teorico-pratici sentii lodare a questo scopo pubblicati, li lessi tutti, e tutti più o meno mi parvero buoni; ma, me la perdonino gli altri, buonissimo fra tutti mi sembrarono i Ricordi di Nane Castaldo. Ivi però l’illustre autore cavaliere Giambattista nobile dottor Bellati, con le erudizioni copiose sulla materia, le estese spiegazioni e ragionamenti sui precetti dati, le diverse maniere che vi s’insegnano per coltivare le viti, e mille e mille altre belle e bellis-