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inganno, e ad accrescer con questo nell’animo le radici della superbia, a modo e verso che di semplice virgulto diventi questa un albero sterminato, sotto il peso e la grandezza del quale soccombere al fin debba la Donna.

Dotti, e valorosi Amici, volete vederla meno ambiziosa? e che per conseguenza apportar non possa cotanti svantaggi all’umana società? Sgridate coloro, che l’attorniano, instillate loro buone massime, fate, che sentendo il sapor delle lettere fuggano l’ozio, i soverchi passatempi, e quella svogliatezza loro indivisa compagna; e vedrete cangiarsi tosto la perniciosa scena. Voi intendete quanto la Donna abbondi d’ingegno, e di abilità; mettetele dunque a’ fianchi saggi, e dotti uomini, che glielo addestrino alla cognizione di se medesima, al retto pensare, e finalmente al governo delle proprie passioni. Le Donne Spartane solevano dire a’ loro figliuoli, quando andavano in guerra: O tornate con lo scudo, o sopra lo scudo alle paterne case, altrimenti non sarete conosciuti da noi per figliuoli. Tanto poteva in quelle femmine l’esempio valoroso de’ loro mariti! Queste erano pur Donne, Signori miei, come noi siamo, e potevano commettere de’ mancamenti egualmente che noi; ma nella società di valorosi uomini eccole valorose, eccole armigere, eccole coraggiose quanto essi. Clelia nobilissima Giovane Romana, cui l’esempio della sua Repubblica accrebbe il valore trasfusole nelle vene da’ suoi maggiori, non liberò ella la sua patria, allorchè passando intrepida per


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