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Le Donne, come voi ben sapete, hanno, ed ebbero sempre mai una cert’aura di parer molto vaghe innanzi agli occhi di voi altri leggiadrissimi uomini, nè questo è una malattia fresca, ma derivante dalle prime antiche Donne. Sicchè posta una tal massima fitta nella leggera fantasia loro, si fecero a inventare ornamenti, onde comparire quali realmente di essere si pensavano. Per tal fine adunque (lasciamo il vario vestito da un lato) presero a mirare i prati per le varie maniere de’ fiori lieti e ridenti, e soffermandosi elleno a vagheggiare la pomposa mostra de’ medesimi fra loro si posero in mente la madre di sì bei fiori vaghissima Primavera; e pensate voi, come le pazzerelle se la figurassero di mille, e mille d’essi inghirlandata. Quindi effigiata che se l’ebbero, ecco che tosto si fecero a circondarsi elleno ancora il crine e il seno di que’ tanto vagheggiati fiori, anzi de’ più gai, vistosi, e in fatto di attrattiva, dirò così, più loquaci infra i medesimi. Che ciò sia vero, chiari ne abbiamo gli esempli nelle Donne del contado, che i leggiadri Poeti antichi e moderni pastorelle a noi dipinsero. Le quali tosto che la braccirosea Aurora fuori dal letto balzava lasciando il suo canuto vecchio mesto e solo, moveano dalla magione adducendo seco loro le agnelle, e mentre queste le verdi erbette pasceano, tutto lo studio per esse si poneva nello scerre, e cogliere i più vaghi fiorellini, intrecciandoli poscia, e facendone a’ capelli bizzarre ghirlandette. Nè questo era costume particolare delle Donne, ma stendevasi fino


agli