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sulla città natia. Dopo essersi adoperato a ben disporre Napoleone III in favor d’Italia nel 1859, fu de’ primi sollevatori della Romagna per l’annessione al Piemonte. Oramai i tempi eran maturi.
Fu Ministro delle Finanze, poi degli Affari Esteri nel Governo provvisorio delle Romagne. Fu deputato al primo parlamento italiano, commissario straordinario nell’Umbria — e vi fece buona prova; — Ministro d’Agricoltura e Commercio con Rattazzi nel 1862; ministro d’Italia a Pietroburgo nel 1863, a Vienna nel 1863.
Appartenne poi, e ben degnamente, al Senato, e de’ suoi discorsi, pronunziati, è celebre quello in cui, nel 1866, spronava a romper, senza indugio, la guerra all’Austria e a farla bene, per rivendicare alla Madre Patria le provincie irredente.
Ingegno pronto, versatile, fecondo, oltre a lavori economici e politici, produsse varie opere drammatiche1.
La caratteristica però, che lo distinse in modo speciale fu l’affetto che pose nelle classi operaie, per le quali non guardò a dispendï, a studï a fatiche e per le quali lavorò e pensò fino all’estremo della sua vita.
Studiando il carattere del popolo, giudicò esser giunto il momento di prepararlo a migliori destini,
- ↑ Angelo De Gubernatis. Dizionario Storico degli Scrittori comtemporanei.
Nuovissimo Melzi — Vallardi — Milano.
La Rousse — Dictionaire biografique.
Atti del Senato.