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64 Cap. I. stato d'Italia

urti, e ne’ secoli susseguenti ognor più decadendo potè dirsi estinta. La religione essa sola presso gli altari, e in silenzio serbò il fuoco ognor vivo, sebben languente, e i papi, i concili, alcuni vescovi e monaci ne gittaton scintille, ma più a prodigio di previdenza, che a calore, e vita del cristianesimo. Il latino letterale, la legge romana, e qualche avanzo di lettere, e d’arti perciò rimasero in piedi tra i soli italiani.

Venne alfin Carlo magno, e fece sperare il risorgimento colla distruzione de’ barbari, coll’afforzamento della dignità ecclesiastica, e con altri sussidi. Tra l’immensa ruina ch’ei trovò nell’Italia d’uomini, di città, di costumi, di studi lasciata da’ barbari, vi raccolse alcun raggio di luce rimasto nei chiostri famosi fondati da loro stessi, e protetti talora magnificamente, quando fatti pacifici


    famiglie ivi rifugiate poteron tornare alle lor patrie sotto il dominio di Teodorico e dei Goti, che favorì la gente romana, leggi, governi etc. che poi ricaddero a terra pei Longobardi.