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glio ho creduto potere in ciò adoperarmi, quanto col presentar loro queilo specchio fedele de’ tempi andati, nel qual ravvisando in un colpo gli antichi mali della lor patria, o maggiori d’ assai, o sempre egualmente distribuiti ne’ popoli, e nell’età, vengano a giudicare più giustamente col paragone, ed a togliersi i pregiudizi, secondo i quali fanciullescamente decidesi e alla ventura di tutte le cose, e si crede al solo amor proprio per incolpare a torto i contemporanei a fronte de’ precedenti sempre migliori, e perfetti, come se noi fossimo privilegiati, il tempo nostro dovesse più rispettarsi, e fosse obbligato il secolo ad esser quello dell’oro, che mai non fu. Se un disinganno sì necessario può propagarsi alcun poco tra noi, sarà uà gran dono di filosofìa, e sarà frutto eccellente di storia, l’ uffizio di cui principale si è disingannar dagli errori, ed insegnare la paziente moderazione delle passioni, cioè la virtù più necessaria alla vita. A questo scopo mira la storia presente, e mirò sempre il mio studio. Per questo ho scelta la storia, italiana, perchè intima a noi j ho ptefe-, Tomo VII, C riti