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perte e d’errori, di beni e di mali m’in noltro sempre a destra volgendomi ed a $U nistra, e meditando. Tutto contribuì al destino degli studj, e degli studiosi, e da tutto proccuro mostrare cagioni ed effetti, legami e opposizioni, affrettamenti e ritardi, viz; e virtù, prosperità e sventure, e sin capricci accidenti e stravaganze, che giovino al mio scopo primario, cioè all’ istruzione per mezzo della curiosità. Istruzione io dico, o quella, che guida l’ ingegno dall’ orror degli esèmpi contrari, e. perniciosi ai buoni studi, ai metodi saggi, all’ utili applicazioni; o quella, che dalla pietà di tanti inganni, travolgimenti, e pregiudizi funesti cotanto agl’italiani principalmente dal mille in qua, condur potrebbe al disinganno, al buon giudizio, alla comodità, alla pace, alIaVirtù. E s’egli è vero, che l’uom tanto solo è virtuoso, quanto e culto, ed instrutto, sicome certo egli è stato ognora più vizioso, quanto più ignaro, mi fo una dolce lusinga di concorrere con quest’opera alla felicità de’ miei concittadini, se vorranno trar frutto da’ miei deboli sforzi. Ma qui

pur