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Mille Dugento. 231

M,j ll3 Ducento. 231

tutto comprenderà, cioè perchè non fu principe, o legge sì efficace giammai, che obbligasse ad usar la volgare scrivendo, a studiarla, a propagarla. Questo merita dichiarazione.

Se una efficace autorità con premi e onori avesse incitato ogni uomo di studio sul primo formarsi bastantemente la lingua volgare a comporre in questa, avrebbe affrettato più secoli il pieno risorgimento di lei*, e della italiana letteratura. Senza simile impulso la lingua rimase nel popolo, si scrisse popolarmente, e fu destinata scrivendosi a qualche istruzione soltanto, e piacer popolare. Dunque l’opere prime scritte in volgare furono ignobili cronachette, leggende, fioretti, e il maggior numero furon romanzi, e poesie amorose. Or che n’avvenne? Lessero queste sol gì’ignoranti, e le persone sol sfaccendate, e date al piacere ozioso. Così niun credito, e onore ottenne la lingua presso agli uomini serii, che la guardarono con disprezzo. Crebbe in tal guisa il credito del latino, e l’orgoglio de’ dotti. Non videro essi per isventura nodrirsi da quelle iet-» P 4 ture,