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Mille. 147

ben tolte della discordia, e del tumulto, i vizj feroci, e brutali ognor prepotenti, infine gli sressi maestri, e le foriti più frequentate dell’insegnamento, cioè gli Arabi, e i Greci, gli uni, e gli altri corrompitori, e corrotti in mezzo allo stesso esercizio della ragione, e dell’ingegno per mille abusi di quello in dispute, cavillazoni, sofisticherie puerili e di nomi, e di voci, fecero inciampo a quegli studj medesimi, che tra noi destarono. La teologia fu in Roma col diritto ecclesiastico, i sacri carjoni, e la scienza delle scritture, e de’ padri più coltivata, come più necessaria, e all’esempio, ed incitamento di lei furono tali studi assai ferventi tra le persone di chiostro, e di chiesa in ogni parre. Se però alcun autor di quel secolo ancor oggi ha qualche nome, egli e qualche vescovo, prelato, o claustrale, i quali promossero inoltre le scuole private, e pubbliche, educando giovani ne’ monasteri per le ottime discipline, e specialmente poi nella musica, laqual dopo il monaco Guido ristoratore fiorì sempre tra loro, come l’altre liberali per ornamento di chiesa, e di chiostro,