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Note. 337

ti io, dove la patria non fa quasi mai certa figura. Un napoletano ed un piemontese dice il mio re, un veneziano ed altri dicono if mio principe, nu in tutt’altro tuono, siccome nessun sente ai nominare la sua città quel suono che.tutt’Europa sente nel dir Parigi, anzi al citar questa par che ognuno ricordi una città non ¡straniera. Son certo bellissime, e nobilissime Palermo, e Napoli, e Roma, e Firenze, e Venezia, e Milano, e Genova, e Torino, nè tali e tante non ne ha la Francia, che n’ha poi pochissime fabbricate, come Bologna, Verona, Vicenza, Brescia, Cremona, Mantova, ed altre moire. Ma tutte dividonsi non men l’Italia, che il fermento, il calore, la comunicazione de’dodici o quindici nostri milioni, e d’ogni provincia quasi isolata ciascuna, ( talor nemica) e d’ogni affare, e bisogno fuorché per necessità, e di commercio anch’ esso in gran parte, essendovi mille inciampi delle loggi, e degli usi, e de’ governi diversi, come il sono: linguaggi, le monete, i prezzi, i dazi, e cento cose, onde ogni popolo fa da se, onde l’Italia ha dieci e più regni e Tomo VI.. Y ca-