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Genj. 11

conobbero, quanto era degno il legame gen, tile, che tfnivali insieme, loro malgrado (i).

E (1) Anime risentite, ardenti, fantastiche son tra’ filosofi, e ancor tra’ politici ec. La diversa educazione, occasion, professione talor non lascian conoscerle bene. Galileo forse era un Virgilio, e ’“Baccone un Omero, Cartesio, e Leibnizio tanti Miltoni, o Tiziani, o Michelangioii; così molt’altri, come dal loro filosofare, e dalle ior opere si manifesta. Mafuron tratti dal secolo, dall’impiego, dall’occasione alla metodica verità, ai sistemi del: mondo, alle scienze, alle controversie; seguirono il filo del calcolo, delle combinazioni, delle dispute. Altri tali si tennero terra terra con anche più piccioli oggetti e tra più stretti confini, mentre avrebbou potuto dall’ alto illuminare il mondo, colorirlo, ed ornarlo. Certo è, che furono sempre tra gli uomini i geni in ogni gente, ed età; rari, è vero, dispersi ed occupari in altro talvolta; l’armi, la navigazione, il commercio, ed or le crociate, la cavalleria paladina, or altri Mudj nemici, come quello de’miserandi scolastici, dice Pallavicino, quando di meglio non conoscevasi, furon voragini, in cui tanti Petrarchi, e Galilei perirono, i quali forse affrettar potevano il buon secolo, o perfezionarlo nascendo in quello. Da ciò confermarsi il detto, che Archimede aveva almeno tanta immaginazione, quanta n’ ebbe Omero.