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pettare dell’autore, e del suo credito e della sua eloquenza stranamente. Quante poi morali reologie senza una stilla di morale evangelica, e di queste una ne vidi, ben mel ricordo, in otto o dieci tomi in gran quarto del P. Concina, se ben mi ricordo. Quanti dogmatici o scolastici, che danno i loro dogmi, e vogliono le loro scuole per infallibili! Quanti di controversie e dispute letterarie, ai quali si dovrebbe porre quel cartello, che io vidi in una libreria di Piemonte posto sulla scanzia di tai libri da un bibliotecario di buon giudizio = per la risurrezione de’ morti =! Io faceva così tra me stesso un computo delle persone, del tempo, della fatica e dello studio, che avean contribuito a fabbricar tanta merce, calcolava gli operai, la carta, le spese, le industrie usate a stampare, e considerava il luogo, che occupavano tanti libri, i manifesti e le dispute, che producevano, i giornalisti, che le annunziavano ec. e diceva tra me, oh che perdita immensa! Oh che danno della patria e dell’uomo! E oh qual torto fatto alla patria, alla famiglia, alla società, che da noi esigono