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ii. lettera semiseria di grisostomo 51


Dopo un esperimento siffatto, io credo di potere rispondere a te che in Italia altri rideranno freddamente di questi due romanzi; altri diranno essere un peccato l’avere arricchito di tanta poesia argomenti da non trattarsi; ed altri si trasporteranno alle circostanze del popolo per cui furono scritti, ed assumendone le opinioni e l’entusiasmo, divideranno con lui la pietá, la maraviglia e il terrore. Parmi che gli ultimi, comeché pochi forse, mostreranno indole piú poetica.

In quanto a te, se mai ti nascesse voglia di scrivere romanzi in Italia sul fare di questi, va’ cauto e fa’ di non lasciarti traviare in soggetti non verisimili, quando essi siano tolti di peso dalla fantasia tua. Ché se l’argomento ti viene prestato da una storia scritta o da una tradizione che dica: — Il tal fatto è accaduto cosí, — e tu senti che comunemente è creduto cosí, allora non istare ad angariarti il cervello per timore d’inverisimiglianze, da che tu hai le spalle al muro. Però nella scelta siati raccomandato d’attenerti piú volentieri ai soggetti ricavati dalla storia che non agli ideali. Né ti fidare molto a quelle tradizioni che non escirono mai del ricinto d’un sol municipio, perché la fama tua non sarebbe che municipale: del che non ti vorrei contento.

Finalmente, se i due componimenti del Bürger che ti stanno ora innanzi, e che furono immaginati per la Germania e proporzionati a que’ lettori, non piaceranno universalmente in Italia, bada bene a non inferire da questo che la letteratura tedesca sia tutta incompatibile col gusto nostro. Vi hanno in Germania componimenti moltissimi fondati su maniere e su geni comuni a’ tedeschi, a noi ed al resto dell’Europa colta. E il dire che un po’ piú un po’ meno di lucidezza di sole renda affatto opposte tra di loro le menti umane, ed inaccordabili onninamente le operazioni intellettuali di chi vive tre mesi fra le nebbie con quelle di chi ne vive sei, è puerilitá tanto piú ripetuta quanto ella è piú facile a dar vita ad un meschino epigramma. Se ne’ greci e ne’ latini troviamo cose ripugnanti al genio della poesia italiana e le confessiamo, perché infastidirci se ne’ francesi, negli spagnuoli, negli inglesi e ne’ tedeschi ne scopriamo parimenti